martedì 22 ottobre 2013

La nuova vita del romanzo filosofico? Intervista ad Ada Fiore, autrice di Vota Socrate.

Nei mesi concitati degli avvicendamenti politici su scala nazionale e locale, in questa fase di profondo rinnovamento degli spazi e dei linguaggi dello scontro elettorale, anche l’editoria italiana è alle prese con una funambolica attività redazionale per lanciare sul mercato prodotti che aiutino a comprendere, leggere e districarsi in questo frangente così concitato della nostra vita pubblica. Tuttavia tra le curiosità che popolano gli scaffali delle librerie nostrane, è uscito nel giugno scorso, per conto di Lupo Editore, un singolare esperimento letterario che si pone a metà strada tra la divulgazione filosofica e l’ars politica. Il libro si intitola Vota Socrate e costituisce la prima fatica di Ada Fiore, docente di filosofia, e, non a caso, sindaco di Corigliano d’Otranto, piccolo comune della Grecia Salentina, noto alle cronache italiane e internazionali come il Comune più filosofico d’Italia.


Il libro favoleggia un incontro/scontro tra Titani alle porte del Paradiso: Socrate, tra i maggiori pensatori della tradizione classica greca, e San Pietro, esponente di spicco della cristianità radicale e primo vicario di Cristo, si trovano, loro malgrado, a discorrere di vizi privati e pubbliche virtù davanti a un mondo contemporaneo che sembra sempre più destinato alla deriva. Il dialogo appassionante che li coinvolge sembra prospettare davvero, per la prima volta, una soluzione ai tanti problemi che attanagliano la nostra società.
Ne parliamo con l’autrice, Ada Fiore, a pochi mesi dall’uscita nelle librerie italiane.


D: Ada Fiore, ci permetta, tanto per rompere il ghiaccio, una domanda provocatoria. Lei è notoriamente un sindaco di centro-sinistra: cos’è, il suo partito ha esaurito tutti i candidati possibili e adesso lei se n’è inventato uno nuovo, recuperandolo dal passato?
R: La necessità è proprio trovare qualcuno che dica e soprattutto faccia “qualcosa di sinistra”.

D: A parte gli scherzi. Con Vota Socrate lei pare invitare la società a tornare ai valori originari della politica. Crede che oggi questo passo sia necessario?
R: La politica dovrebbe recuperare la sua missione fondamentale e cioè elaborare una visione del mondo in grado di affrontare le vere sfide di questi tempi, e invece  oggi si accontenta di vivere alla giornata, inseguendo lo spot elettorale in grado di far aumentare il sondaggio commissionato

D: Perché Vota Socrate
R: Perché c’è bisogno di una vera rivoluzione delle coscienze. Non ci si può accontentare di vivere assecondando e giustificando atteggiamenti “ignobili”. Abbiamo bisogno di una sorta di catarsi dei nostri comportamenti , delle nostre abitudini, dei nostri stili di vita, dei nostri pensieri. Voto Socrate per avviare una campagna elettorale che mi piace definire ethos-compatibile.

D: A dispetto del titolo, però, il suo non è un libro che parla solo di politica. Anzi, la figura di Socrate le permette di discorrere di filosofia che è la sua attività principale...
R: La filosofia è il mezzo da utilizzare per avviare la rivoluzione. È l’arma privilegiata per colpire l’animo umano. Ed essere colpiti dalla filosofia è la sensazione più bella che si possa vivere perché ti consente di acquisire strumenti importanti oramai dismessi dalla società del conformismo e della massificazione.

D: A chi è rivolto, allora, questo testo? Per chi lo ha pensato e qual è l’intento che sta alla base? Ci racconti la genesi di quest’opera.
R: Il testo non ha un destinatario privilegiato. In realtà è stato pensato per sfatare alcuni miti. In primo luogo quello che la filosofia debba vivere chiusa “nelle torri d’avorio”; in secondo luogo che sia una disciplina difficile; e infine che non serva a nulla. Utilizzando invece  un linguaggio semplice e comunicativo, inserendo il testo filosofico all’interno del dialogo e soprattutto contestualizzando i principi, la filosofia diventa, nel libro, una scienza alla portata di tutti.

D: Quale ruolo attribuisce alla filosofia nella società odierna? Crede che il pensiero possa occupare ancora un posto privilegiato in una contemporaneità che non concede soste per riflettere?
R: Il non pensare è il segreto per consentire agli altri di comandare sulla vita di ciascuno di noi. Comandare proprio nel senso di indirizzare i nostri bisogni, i nostri valori verso ciò che non siamo. E allora la sfida deve partire da ciascuno di noi: rottamiamo ciò che siamo stati per costruire una nuova umanità.

D: Entriamo nelle pagine del libro. Lei ha immaginato uno scenario molto fantasioso: Socrate, 2400 anni dopo la morte, non è ancora riuscito a varcare i cancelli del Paradiso per un disguido, per così dire, tecnico. A un tratto incontra niente meno che San Pietro, con il quale inizia a dialogare. Da dove è nata l’idea di questa ambientazione?
R: Era l’unica che mi consentiva di immaginare una riflessione sul presente “guardando dall’alto”, con un certo distacco.

D: Ha scelto un interlocutore non da poco. Perché proprio San Pietro?
R: A San Pietro  è stato affidato un compito importante, quello di edificare una vera Chiesa. E la Chiesa in questi ultimi anni non mi sembra abbia adempiuto ai suoi doveri e in parte la si può considerare complice nella distruzione di riferimenti chiari e forti.

D: Una delle questioni più controverse presentate nel libro è il ruolo della cristianità nel mondo...
R: L’ammissione degli errori commessi nel corso dei secoli da parte di Giovanni Paolo II è la prova lampante delle responsabilità oggettive della Chiesa. Ma papa Francesco ha riacceso in ciascuno di noi il sentimento ancora più forte in grado di cambiare le cose: l’amore. Verso gli altri e verso tutto ciò che ci circonda. 

D: Quali sono, brevemente, le altre questioni che ha voluto mettere in risalto? Attenzione a non svelare troppo!
R: Ce n’è per tutti: dalla scarsa organizzazione scolastica al ruolo della televisione, dalla presunzione del sapere all’educazione dei nostri giovani. Insomma uno smascheramento a 360 gradi dei mali di questa società.

D: Parliamo di un’altra scelta molto interessante, quella di utilizzare inserti dei testi originali classici, che ha inglobato nella narrazione...
R: È uno degli elementi che aiuta il lettore a comprendere quanto sia facile, bello e interessante appassionarsi alla lettura di un testo filosofico. E mi sembra che l’operazione sia riuscita se è vero che nel mio paese lo hanno letto  persone “normali”: dalla commessa del supermercato al carrozziere.

D: Un romanzo breve, quindi, per avvicinare i lettori, piccoli e grandi allo studio e all’amore per la filosofia. Sembra tanto che Socrate non debba rimanere l’unico filosofo a essere scomodato dalla sua penna..
R: Ci sono tanti filosofi che si prestano a essere attualizzati e che possono essere d’aiuto nella comprensione della retta via da perseguire. Vedremo.

D: Che spazio, occupa, secondo lei, la filosofia nelle biblioteche dei lettori? C’è ancora spazio per la divulgazione filosofica nelle librerie?
R: Ancora poco. C’è ancora scetticismo. Ma la rivoluzione è appena iniziata. Sono fiduciosa.

D: Non la disturbiamo oltre e la ringraziamo per la bella chiacchierata. Per congedarci le chiediamo di leggerci un passo del libro al quale è affezionata...
R: Facciamo così. Il passo più bello lo scelgono i lettori... a me piacciono tutti!


(L’intervista è a cura di Matteo Sabato)



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